In cosa consiste
ll tirocinio offre un'importante occasione per mettere alla prova quanto appreso durante il percorso formativo ed entrare in un contatto vivo col mondo del lavoro. Le attività si svolgono nell’arco di 150 ore (corrispondenti a 6 CFU) presso un'azienda, un ente pubblico o privato, un'associazione o una cooperativa che svolga attività attinenti agli ambiti della Valorizzazione del Patrimonio Culturale Materiale e Immateriale.
Quando svolgerlo
Nel secondo anno, avendo già conseguito almeno 42 crediti negli insegnamenti della laurea magistrale.
Per maggiori Informazioni, consultare la pagina del sito Svolgere il tirocinio"
- il Regolamento di Ateneo per i tirocini curriculari
- il Vademecum per i tirocini curriculari del Corso di laurea magistrale
- il docente referente
Dove svolgerlo
Numerosi enti conservatori e istituti di ricerca, locali e nazionali, impegnati nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale, hanno messo le proprie sedi a disposizione degli studenti del Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione per lo svolgimento di periodi di tirocinio: tra questi vi sono biblioteche (come la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo), musei (come il Museo delle storie di Bergamo o l’Accademia Carrara di Bergamo), Archivi di Stato, fondazioni private. Altre opportunità di tirocinio sono offerte dagli enti culturali con i quali sono state stabilite convenzioni quadro, a livello regionale e nazionale, come l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e la Fondazione MIA di Bergamo. Ulteriori sedi potranno essere individuate in accordo con i docenti di riferimento.
Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Opera per la salvaguardia e la valorizzazione, in Italia e all’estero, dei beni culturali demoetnoantropologici, materiali e immateriali, e delle espressioni delle diversità culturali presenti sul territorio.
Biblioteca civica Angelo Mai e Archivi storici. Attiva dal Settecento, è una delle principali biblioteche italiane di conservazione e possiede un ricco patrimonio di opere manoscritte e a stampa, oltre a numerosi fondi archivistici medievali, moderni e contemporanei.
Museo delle storie di Bergamo. È una rete museale che riunisce sei luoghi iconici della storia della città in una logica di museo diffuso. Conserva anche l’Archivio fotografico Sestini, che con oltre un milione di immagini è un punto di riferimento per la ricostruzione visuale del passato recente del territorio.
Accademia Carrara. Accademia e pinacoteca, è considerata tra i più importanti musei del collezionismo italiano, con opere risalenti al periodo tra Quattro e Ottocento. È attiva in numerosi progetti didattici e formativi, incentrati sulla valorizzazione del patrimonio posseduto.
Archivio storico diocesano di Bergamo. Con il suo imponente patrimonio archivistico e bibliografico, dall’alto medioevo sino alla contemporaneità, è uno dei principali enti conservatori del territorio. Eroga una formazione specialistica nella gestione dei beni culturali ecclesiastici.
Fondazione e Biblioteca Donizetti. La Fondazione promuove la diffusione della cultura musicale e teatrale, sostenendo le attività del Teatro Donizetti. La Biblioteca Musicale Gaetano Donizetti è il principale conservatore di manoscritti ed edizioni musicali nel territorio bergamasco.
Cinescatti – Laboratorio 80. Laboratorio 80 è un’associazione cinematografica che si occupa di educazione cinematografica dal punto di vista teorico e pratico. Promuove dal 2010 l’iniziativa Cinescatti, che intende raccogliere memorie di famiglia in pellicola legate al territorio bergamasco.
Archivio di Stato di Brescia. Conserva un patrimonio, in costante espansione, di ventiquattromila metri lineari di documenti, relativi al territorio e alle istituzioni di Brescia e provincia. È attivo a livello locale nella valorizzazione dei beni culturali archivistici e incentiva con eventi e attività pubbliche la fruizione pubblica del proprio patrimonio.
Il laboratorio denominato Drammaturgia e teatro prevede la lettura in classe della commedia in tre atti di Carlo Goldoni Il teatro comico (1750). Si tratta di un testo costruito in modo metateatrale, vale a dire di un dispositivo di “teatro nel teatro”, e appartiene all’epoca della cosiddetta riforma operata da Goldoni: l’autore vi espone implicitamente la sua innovativa concezione teatrale, che riguarda la drammaturgia, la recitazione, la vita e le relazioni delle compagnie d’attori.
L’attività consiste nell’individuare tali elementi nel testo e nell’approfondirli attraverso letture pertinenti, per poi riferirne in classe, stilando infine una mappa della riforma goldoniana. L’esercizio comporta quindi il capovolgimento del testo, dall’impianto comico a un impianto di segno argomentativo.